Il tema pastorale dell’Avvento 2019 si inserisce in quello dell’anno, “radici profonde per alte chiome”.
L’icona Biblica che guiderà i nostri studenti è la profezia di Isaia riguardante il germoglio che spunterà dal tronco rinsecchito di Iesse.
Iesse è uno degli anziani benestanti di Betlemme, padre del re Davide da cui discende il “figlio di Davide” per eccellenza, Gesù, Figlio di Dio, figlio di Giuseppe, generato da Maria di Nazaret.
Il profeta Isaia paragona il capostipite Iesse al ceppo senza vita di un tronco che emerge in terra arida da radici ormai morte, simbolo dei peccati e delle infedeltà perpetuate dalla dinastia regale davidica.
Ma ecco l’impossibile evento, il miracolo: da questo tronco morto spunta un granello verde, un minuscolo germoglio, un virgulto assolutamente inatteso.
Pieno di vitalità com’è, il germoglio-virgulto cresce e diventa un fresco ramoscello, agitato dalla brezza del vento-spirito (in ebraico è la stessa parola).
La profezia Isaia agli Israeliti, non vuole alimentare solo la speranza terrena di un nuovo sovrano in grado di assicurare al paese la giustizia e la pace, ma rappresenta il lieto e lontano annuncio dell’Emmanuele (Is 7,14), il Dio-con-noi che lo Spirito Santo concepirà secoli dopo nel grembo verginale di Maria.
Il cammino di avvento vuole aiutare gli studenti a comprendere come sia importante tenere viva la speranza, perseverare nell’attesa, perché, anche da ciò che sembra morto può rifiorire la vita.
Lo sconforto, il senso di sconfitta è contrario al cammino di speranza che deve affrontare un giovane.
Le difficoltà e le fatiche della vita, se custodite e valorizzate diventano un terreno fertile e rigoglioso per un albero dalle “alte chiome”.
Come iniziare a cambiare il mondo? Con la testimonianza, con la disponibilità, l’amicizia, l’accoglienza. E soprattutto con la fiducia nello Spirito che ci possiede e che guiderà i nostri passi.
Guardare con occhi nuovi il bello che c’è, porre l’attenzione a quelle esperienze che ci mettono davanti ad una scelta di pace e di amore.
Partire dall'essenziale e con uno sguardo limpido cercare di vedere quali sono i “germogli” che sono intorno a noi e nel mondo.
Porre attenzione ai doni ricevuti, e che continuamente riceviamo, cercando il bello nelle persone, senza giudizi, senza sentenze.
Un sorriso, una gentilezza, una carezza possono cambiare una persona…, tante persone possono cambiare il mondo.
Ciascuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo, anche se piccolo, seminando speranza con la testimonianza cristiana.
Auguro a tutti gli studenti, alle famiglie, ai docenti e al personale un fecondo periodo di preparazione al Natale.
Don Andrea