Il Deuteroisaia: il profeta degli esiliati

Corso Biblico 2019-2020

 
A partire da lunedì 30 settembre, alle ore 21, presso l’aula Terzaghi, daremo inizio al terzo anno del Corso Biblico, voluto da me di nuovo in Collegio Rotondi quale fondamento non solo simbolico, ma esistenziale, del nostro essere cristiani.

Riprendiamo con la lettura di un libro dell’Antico Testamento, un libro che, sfogliando le nostre Bibbie, non troveremo con un titolo, come, per esempio, la Genesi o la Sapienza, ma che la critica ha individuato nei capitoli 40-55 del libro di Isaia e che ha attribuito ad un profeta, operante nella seconda metà del VI sec. a.C., a Babilonia, dove la classe dirigente ebraica si trovava in esilio, e a cui ha dato il nome di Deuteroisaia o Secondo Isaia.
Il barometro culturale di coloro che erano stati costretti da Nabucodonosor ad andare nel territorio mesopotamico volgeva al tempestoso in quanto non solo erano sconsolati e sfiduciati perché all’orizzonte non si profilava alcun ritorno in patria, ma soprattutto erano dubbiosi nella loro fede in JHWH in quanto, vivendo nello splendore della civiltà neobabilonese al suo apice, erano tentati di attribuire quella potenza a Marduk, quale dio vincitore anche di JHWH.
Contro tutto ciò reagisce la profezia di questo uomo di Dio sconosciuto persino nel nome, che innanzitutto indica agli ebrei l’unicità di Dio - compiendo così un passo decisivo sul sentiero del monoteismo teorico - il quale ha creato l’universo ed è il Signore della storia che la indirizza al suo fine che è quello di annunciare a tutti i popoli la salvezza mediante il popolo d’Israele, il suo popolo, che mai ha cessato di amare, anche quando apparentemente sembrava non curarsi della sua sorte.
Il libro che raccoglie questa profezia è chiamato anche Il libro della consolazione perché questo profeta, posandosi sul dolore e sull’angoscia dei suoi connazionali sradicati materialmente e spiritualmente, ha saputo indicare loro la strada di un secondo esodo, dopo quello dall’Egitto, come condizione storica per riprendere il cammino della loro fede e della loro speranza, additando così a tutti che queste virtù sono efficaci se nascono sul terreno di una vera liberazione. Infatti, storicamente, la potenza babilonese viene sopraffatta dal nuovo impero persiano che con Ciro il Grande diventa la nuova superpotenza regionale, permettendo il ritorno in patria degli ebrei per ricostituire, se non uno Stato, una Comunità intorno al Tempio di Gerusalemme e alla Parola di Dio.
Esilio, purtroppo, è anche una parola che caratterizza il nostro tempo, sia in senso materiale perché le migrazioni delle persone dai paesi poveri e martoriati dalle guerre, è una triste realtà globale, sia in senso spirituale, perché lo sradicamento culturale della nostra epoca postmoderna ha fatto perdere la bussola del nostro più profondo significato esistenziale.
La meditazione sulle pagine bibliche del libro del Deuteroisaia può offrire a tutti l’occasione per tentare di fissare alcuni punti cardinali del nostro esistere e per i cristiani di maturare la propria fede alla luce di una Parola che, fattasi evento, è sempre suscitatrice di speranza non alienante, nonostante le distrette della vita e della storia.

Don Andrea Cattaneo
Rettore del Collegio Rotondi

Per chi volesse, lunedì 30 settembre, alle ore 20,30, prima del primo incontro, sarà celebrata una messa a ricordo di Don Lorenzo Cattaneo colui, che ha avuto l’intuizione del Corso biblico e nella cui memoria feconda continuiamo questo servizio alla Parola.

Per l’iscrizione, che è gratuita, ma che è desiderabile per l’organizzazione e per chi volesse acquistare il libro, è pregato di mettersi in contatto con la Segretaria del Corso, Signora Emilia Lampugnani, (telefono 348.4622018





 

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