ConnESSI in CORdata
ConnESSI in CORdata
Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.
Salmo 23
“ConnESSI in CORdata”
Carissimi,
Vi raggiungo per
presentarvi il tema che ho pensato per il 423° anno scolastico e accademico del
Rotondi: “ConnESSI in CORdata”
Lo slogan mette bene in evidenza i due
grandi obiettivi che voglio offrirvi.
Dopo mesi di relazioni fortemente compromesse dal distanziamento
richiesto per il contenimento della pandemia e spesso caratterizzate dalla
modalità virtuale dell’interazione è importante recuperare la dimensione
comunitaria della vita scolastica.
L’uomo necessita di relazioni segnate dalla prossimità che si
caratterizzano da una connessione di intenti e di vedute.
L’immagine della cordata che ci
accompagnerà nei prossimi mesi ricorda l’importanza dell’essere in sintonia di
cuore per poter camminare insieme. L’essere in cordata presuppone il fidarsi di
colui che ti conduce e al quale hai “affidato” la tua vita. La fiducia e
l’affidamento sono fondamentali in una relazione educativa. Senza queste non si
può verificare nessuna connessione.
Abbiamo bisogno di riscoprire la
connessione del cuore e della mente che si arricchisce attraverso relazioni
qualificate. Prima dello scoppio della pandemia nessuno avrebbe mai pensato che
le relazioni virtuali avrebbero potuto sostituire le relazioni in presenza.
La scuola è relazione: non possiamo pensare
di vivere un nuovo anno scolastico sacrificando la relazione. Sarà per noi
prioritario favorire esperienze di condivisione che aiutino gli studenti a
fortificare la loro capacità di interazione.
Se la scuola non educa alla relazione, manca del suo obiettivo
primario.
Una vera relazione presuppone la
presenza di una comunità vivace e arricchita dalle differenze personalità e
dalla pluralità dei caratteri. Essere “connessi” significa imparare a usare
linguaggi di condivisione e di inclusione. Per essere connessi occorre saper
conoscere prima di giudicare. Ogni connessione presuppone una sintonia.
La relazione non è solo questione di prossimità fisica ma anche di
sintonia di cuori “CORdata”
Ci accompagneranno in questo anno le immagini e le metafore dell’escursionismo
e dell’alpinismo che sono momenti di piacere, di svago e di grande felicità.
Pur sapendo che scalare una montagna in solitaria è un’esperienza intimistica
fra le più profonde, capace di regalarci ottimi momenti di riflessione, siamo
anche consapevoli che condividere questi momenti di piacere con le persone
giuste può essere per noi altrettanto rivelatore, e non toglie nulla al nostro
intimo e al nostro modo di essere e ci rassicura.
Camminare da soli è rischioso.
Lo stesso R.
Messner, amante delle esperienze estreme in solitaria, ammette che “due non
è troppo”. Il sostegno reciproco è impagabile e insostituibile; lo stesso
continua “Cominciamo a sentirci stranamente affaticati, il percorso ci
sembra troppo lungo o difficoltoso. Ci lamentiamo ma è sufficiente la parola
confortante di un compagno per rinnovare le energie, lo spirito perfino il
corpo. Si prosegue. Poi, improvvisamente si scambiano i ruoli… a colui che
faceva da sostegno gli cedono le forze… ma ecco che il compagno è pronto con
quella stessa parola di conforto che ora porta avanti entrambe…”
In montagna la scelta della guida e dei compagni di cordata non è
cosa che si possa insegnare o imparare fra le righe di un manuale. Ci si
incontra, si familiarizza e con il tempo si accresce una reciproca fiducia e
stima. Così nella scuola: è fondamentale vivere esperienze di vita concrete,
famigliarizzare, con i compagni, imparare a respirare all’unisono: solo dopo ci
si può affidare l’uno all’altro.
La chiave del successo della relazione educativa risiede
certamente nella capacità di riconoscere i propri limiti imparando a
compensarli con i pregi dei propri compagni. Si tratta di un equilibrio
delicato in cui non ha alcun senso fare della competizione, o recriminare
diritti. In ogni relazione educativa, in particolare in quella scolastica
occorre fidarsi e affidarsi accettando che i nostri limiti vengano messi in
evidenza senza nessuna pretesa di uguaglianza. Citando il noto alpinista americano Ed
Viesturs: “Raggiungere la vetta è facoltativo, tornare indietro è
obbligatorio…”
Ognuno deve compiere i passi secondo le proprie possibilità e
capacità, riconoscendo le difficoltà e mettendo tutte le forze nel recuperarle.
L’umiltà è
fondamentale nel cammino della vita, l’umile è colui che riconosce i propri
limiti e accetta i risultati proporzionati alle sue capacità e ai suoi sforzi.
In cordata non basta sapersi legare. È
necessario anche saper fare le manovre di recupero in caso di caduta. E’ importante conoscere alcune manovre che permettono il recupero di una
persona caduta o scivolata; a seconda delle sue capacità e
del suo stato di salute si dovranno attivare procedure differenti.
Per questo la
scuola è il luogo dove l’alunno deve avere sempre una seconda possibilità
dinnanzi ai possibili insuccessi e alle fatiche del cammino.
Progettare
percorsi personalizzati, come richiesto dalla legge non è solo assoluzione di
un dovere o asserzione a principi burocratici, ma è anzitutto guardare allo
studente considerando il suo cammino personale, la sua storia, i suoi talenti e
le sue difficoltà.
Una delle cose
più complicate nell’arrampicata, non è l’allenamento ma la dedizione, la
costanza, la determinazione, il sacrificio e tanta buona volontà. Accanto a questo, ciò che è davvero importante
e decisivo è trovare una buona guida a cui affidarci.
Noi non ci pensiamo, ma ogni giorno
affidiamo la nostra vita a qualcuno senza nemmeno conoscerlo. Ogni volta che
prendiamo la metro, ogni volta che ci imbarchiamo su un aereo.
Il compagno di cordata non è solo un
amico. È il tuo angelo custode mentre arrampichi. È lui che tiro dopo tiro ti
dà una mano, mentale e fisica, se quella giornata proprio non riesci a
focalizzarti sulla scalata. È lui che ti dice dove stai sbagliando, e cosa puoi
fare per migliorarti. È lui che ti consiglia, e ti chiede consigli.
Così come in
cordata, nella vita e nella scuola non è questa forse la maggiore
manifestazione della fiducia che possiamo avere nei confronti di un’altra
persona? Quando siamo legati insieme significa che se io faccio un errore lo
paghiamo entrambi, e viceversa.
Ed è anche per questo che trovare un
“compagno giusto” e una “guida giusta” è fondamentale per la buona riuscita.
La guida migliore è quella che ti fa
rendere conto dei tuoi limiti, è quello con cui puoi condividere le tue paure,
i tuoi punti deboli, le delusioni, le realizzazioni.
Altra dimensione importante dell’essere in cordata è il
funzionamento del gruppo. Come in cordata, così anche a scuola è importante
l’apporto del singolo per il benessere del gruppo.
Alcuni parlano di leadership di un singolo individuo sul resto del gruppo. Sono
convinto che la leadership non possa essere affidata ad un singolo individuo
bensì è da attribuire alle migliori doti di ciascuno. Qualcuno saprà orientarsi
meglio, qualcun altro saprà tenere coeso un gruppo. Sarà la somma delle qualità
di ciascuno a fare di tutti una sinergia funzionante e sicura.
Per questo è
importante è importante “sintonizzare” i cuori, educando gli alunni ai valori
più alti che trovano le loro radici nel Vangelo che è alla base della carta
costituzionale del nostro amato paese.
La scuola deve
educare alla condivisione dei principi e dei valori che si devono tradurre in
azioni concrete.
Anche con i
compagni di escursione e di scalata è importante condividere dei principi
comuni.
A mio parere il
più importante fra i principi è la "prudenza". Il gruppo deve saper
calibrare le proprie ambizioni sulle capacità del più debole. Questo perché se
non viene messo in difficoltà il più debole allora è anche fatta salva
l’incolumità di tutto il gruppo.
Torniamo dunque ad educare ai valori anche attraverso una
didattica capace di scorgere nei tesori della letteratura, dell’arte e della
scienza i valori che hanno ispirato i nostri padri.
Non credo ad una
didattica che punti solo all’eccellenza frutto di uno studio approfondito che
abbia come scopo primario la valutazione: occorre piuttosto una didattica che
formi ad un pensiero critico capace di discernere tra le varie possibilità e
che porti alla capacità di giudizio e di scelta che abbia alla base i valori
fondanti del rispetto, della condivisione, dell’inclusione e la lungimiranza
nel progettare un futuro di speranza.
Lo scopo ultimo
della scuola e in particolare dell’anno che ci aspetta è quello di arrivare in
“vetta” per poter godere di uno sguardo ampio.
Nella vita è
importante avere una visione ampia, uno sguardo ampio che aiuti a respirare a
“pieni polmoni” e ci aiuti a vivere guardando al di là del nostro orticello.
Dobbiamo imparare ad avere una visione d’insieme.
Chi si limita ad affrontare i problemi quotidiani giorno per
giorno, non sa darsi delle motivazioni e non è in grado di progettare nulla di
grande, mentre chi ha una visione d’insieme tende ad essere meno pessimista,
più umile, più pragmatico e collaborativo.
Per
riuscire a vivere bene occorre avere una grande visione d’insieme: questa
incoraggia, sprona, apre a nuove possibilità e nuove collaborazioni. La visione
d’insieme aiuta a relativizzare sia i problemi che i progetti.
Fa comprendere che non siamo
noi l’ombelico del mondo: che esistono altro che soffrono come noi o più di
noi, e questo porta a ridimensionare le nostre sofferenze. La visione d’insieme
aiuta a comprendere come nel mondo ci siano persone migliori di noi, e che
hanno idee migliori delle nostre; questo stimola all’umiltà.
La visione d’insieme aiuta a comprendere come nel mondo ci
siano persone con talenti diversi dai nostri o complementari; questo stimola a
creare cooperazione e collaborazione.
La visione ci aiuta
anche a confrontarci con le tradizioni, gli usi e i costumi delle altre
religioni e delle altre nazioni, non considerandoci ad essi superiori ma
vedendo in questi valori una possibilità di confronto e di crescita.
La visione d’insieme serve
anche per giudicare la storia e i suoi eventi. Mai giudicare la parte senza
avere la visione dell’insieme: quante volte i giornali o i telegiornali
strumentalizzano un’immagine di cui mostrano solo una parte senza inquadrare il
contesto…
La visione deve essere
improntata a valori etici e religiosi, quelli stessi valori che guidano la
nostra vita. Questa visione deve essere anche in grado di prendere a modello
altre persone: abbiamo bisogno di modelli ispiratori.
Una vita senza una visione
d’insieme che riguarda il futuro può avere magari un successo immediato e a
breve scadenza ma ben presto porterà a seri problemi. Non avendo certezza del
nostro futuro, e questa pandemia lo ha dimostrato chiaramente, è importante che
l'uomo impari ad essere lungimirante nelle scelte e capace di ipotecare in
parte un benessere futuro.
E’ importante comprendere
come le scelte del presente possano segnare il futuro, in positivo o in
negativo; la persona che ha una visione ampia e profonda non solo sarà più
propositiva e meno lamentosa ma sarà anche in grado di progettare il futuro.
Solo chi impara a vivere in
cordata e sintonizzare i cuori riesce ad avere una visione d’insieme.
A voi carissimi alunni
consegno due
indicazioni che si trasformano in impegni concreti.
Custodite la
dimensione comunitaria della scuola, ricordatevi di camminare in cordata
tenendo il passo di chi fatica, stimolando i compagni che sono in difficoltà.
Fatevi coraggio a vicenda nei momenti di fatica, non rassegnatevi, puntate
sempre al massimo delle vostre capacità.
Coltivate la “connessione delle relazioni”. La cordata in montagna
è costituita dalle persone che sono legate insieme e progrediscono lungo la via
di salita: voi sarete dei "compagni di cordata". La cordata ha sempre
un chiaro obiettivo condiviso prima della partenza che è la meta. Noi abbiamo ben
chiara la meta: aiutarvi a guardare la vita e la società dall’alto con uno
sguardo ampio e lungimirante. Voi siete chiamati a scrivere il nostro e vostro
futuro.
A voi docenti e educatori,
che siete
chiamati a rivestire nella scuola il compito affidato alle guide, indico la
strada della schiettezza.
Sappiate guardare
al bene dei ragazzi, portateli a riconoscere i loro difetti trasformandoli in
occasione di crescita. Potenziate le loro abilità e spronateli a raggiungere le
alte vette della conoscenza.
Conducete la
cordata che vi viene affidata a raggiungere alte vette: non abbiate timori a
proporre ideali grandi e traguardi significativi. I valori che la nostra
religione, e la costituzione ci consegnano siano gli spit a cui assicurare la
corda.
A voi genitori indico la strada della fiducia.
Ricordate che il
capo cordata è il componente che "sale" per primo; è colui che
conduce il gruppo, di cui ci si deve fidare e che riconosce la responsabilità
della conduzione del gruppo. Coltivate un dialogo costruttivo con i docenti che
a tutti gli effetti nel cammino scolastico sono paragonabili al capo cordata.
Accettate con serenità le indicazioni e i rimproveri dei docenti. Imparate a
valutare le capacità dei vostri figli e stimolateli nel raggiungere importanti
traguardi.
Quanto è
fondamentale che ci sia una vera connessione che si radichi nella fiducia.
La connessione
con le famiglie è fondamentale! Affinché ci sia vera connessione le famiglie
devono mettersi anche loro in cordata affidandosi agli educatori e agli insegnanti
riconoscendo le eventuali difficoltà che emergono e accogliendole come saggi
consigli di ottime guide.
A casa coltivate
il dialogo e se possibile custodite relazioni in presenza con altre famiglie
favorendo lo scambio e il confronto.
Voglio
concludere citando la domanda che troviamo nel Salmo 23: “Chi salirà la
montagna del Signore?” La riposta è chiara e ben precisa: colui che
non teme la fatica e non si arrende negli ostacoli. Desideroso di arrivare al
traguardo continua il suo cammino, fiducioso che il domani darà i suoi frutti.
Qualunque sogno
tu porti nel cuore e qualunque sia la tua capacità di amare, afferra la picozza
del tuo coraggio. Non sei solo. In CORdata l’ombra degli ostacoli sparirà e
l’unione dei cuori ti aiuterà a raggiungere la meta
Buon anno scolastico a tutti.